Mentre il Pd palermitano rende ufficiale il sostegno al sindaco uscente Leoluca Orlando con una decisione della direzione provinciale, convocata a questo scopo, dal segretario provinciale, Carmelo Miceli, il responsabile delle liste palermitane di FI, Francesco Scoma, rovescia le carte e denuncia il patto che sembrava ormai cosa fatta con il candidato “civico” Fabrizio Ferrandelli.
Il sostegno al candidato Orlando viene dato dai dem senza simbolo, la scelta è stata fatta di comune accordo con i centristi e Ap. Scoma invece motiva la sua rottura, seppur non definitiva, con Ferrandelli perché Forza Italia non intende rinunciare al simbolo.
Gli azzurri avrebbero un più spiccato senso di appartenenza al partito della sinistra dem? E’ sorprendente, ma così appare sulla base delle ultime “mosse” di questa movimentata vigilia elettorale delle amministrative.
Ancora più sorprendente la vicenda appare se si ricorda che all’interno del Pd palermitana c’è stata una levata di scudi molto forte allorché fu ventilata l’ipotesi dell’abbandono del simbolo. Venne convocata un’assemblea spontanea cittadini e uomini rappresentativi come Antonello Cracolici si schierarono nettamente a favore del simbolo. Il Pd, protestarono, non può rinunciare alla sua identità. Ma è questo punto che l’iniziativa politica passa a Roma e che la trattativa si trasferisce al Nazareno, che peraltro aveva tifato per Orlando già da tempo. L’alleanza, infatti, sfora le amministrative e dovrebbe allargarsi sia alle regionali quanto alle politiche. La rinuncia al simbolo alle amministrative in cambio di una scelta strategica che vede la segreteria nazionale del Pd e il Movimento di Leoluca Orlando allineati nelle tre competizioni.
Decisivo appare il passaggio di Cracolici dalla sinistra-Giovani Turchi all’area renziana e la sua decisione di partecipare alle primarie per il candidato alla Presidenza della Regione. Il dissenso sull’intesa senza simbolo con Orlando si è ridotto al lumicino.
Strada opposta è stata percorsa invece dai forzisti, segnatamente dal coordinatore Francesco Scoma, che dopo avere di fatto accettato l’alleanza “civica” con Ferrandelli, ha piantato i paletti rimettendo tutto in discussione. Ha deciso di testa sua? Impossibile. IL semaforo rosso arriva, è bene ricordarlo, dopo le dimissioni del capogruppo di FI all’Ars, Marco Falcone, di abbandonare il coordinamento delle primarie del centrodestra. IL ritiro è stato visto come l’indizio inequivocabile della marcia indietro di FI sulle primarie del centrodestra in Sicilia. Avversate, seppure in modo soft, da Silvio Berlusconi.
L’ex premier teme, infatti, il contagio: la celebrazione delle primarie in Sicilia sarebbero un precedente pericoloso. Se si fanno in Sicilia, perché no altrove?
L’abbandono di Ferrandelli annunciato da Scoma, dunque, va collegato con una serie di eventi e scelte interne. Se è così, gli azzurri possono tornare sull’argomento, con o senza simbolo. Per intanto godiamoci – si fa per dire – questa partita a scacchi nei due schieramenti di centrosinistra e centrodestra.










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