Il commissario dello Stato ha impugnato il disegno di legge sulla trasparenza e la semplificazione, l'efficienza e l'informatizzazione della pubblica amministrazione approvato pochi giorni fa dall'Assemblea regionale siciliana. L'impugnativa e' stata notificata oggi al presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo. In particolare, il Commissario dello Stato ha impugnato l'articolo 23 del ddl, "introdotto nel corso del dibattito parlamentare con un emendamento aggiuntivo, avulso", come spiega, che da' adito a censura per violazione degli articoli 3, 51 e 97 della Costituzione". L'articolo 23 prevede norme relative al Consorzio per le autostrade siciliane. "Si e' dell'avviso - secondo il Commissario dello Stato - che l'intervenuta decadenza dalla concessione, a suo tempo rilasciata dall'Anas, renda la norma contenuta nel 1° comma affetta da intrinseca irragionevolezza in quanto dispone la trasformazione in ente pubblico economico di un consorzio ormai sostanzialmente privo di scopo sociale, essendo le sue attivita' ridotte in atto, e comunque solo interinalmente, all'amministrazione ordinaria dell'esercizio delle autostrade e delle relative pertinenze". La Corte ha affermato nella sentenza n. 123 del 1968 che il controllo sulla conformita' all'articolo 97 della Costituzione di singole norme "e' ammissibile quando il legislatore non prende in esame le necessita' concrete dell'amministrazione ma intende piuttosto porre rimedio ad una situazione creata da irregolarita' amministrative quale appare essere quella attuale del Consorzio Autostrade Siciliane". Costituisce "fatto notorio, per l'ampio risalto dato sulla stampa locale - spiegano dal Commissariato dello Stato - che la gestione del personale del consorzio sia stato oggetto di ispezioni amministrative, indagini ed esposti, alcuni dei quali anche indirizzati a questo Commissariato, e che siano state rilevate numerose irregolarita' sull'applicazione dei trattamenti economici al personale in servizio, anche a seguito di procedure di mobilita', non conformi al contratto collettivo di lavoro di pertinenza, tali da indurre l'amministrazione regionale a chiedere parere prima all'Ufficio legislativo e legale della Presidenza e successivamente al Consiglio di Giustizia Amministrativa".
Ma il Commissario dello Stato è un legislatore?
Chi lo autorizza a fare valutazioni di opportunità sulla legislazione siciliana?
Deve limitarsi ad un controllo di legittimità costituzionale e invece....
è lo strumento della colonizzazione italiana in Sicilia.
Nella fattispecie ha ricevuto l'ordine di far privatizzare le autostrade siciliane per farci pagare il pedaggio a qualche riccone del nord che fa soldi con la complicità dello stato italiano.
E il bello è che tutto questo lo può fare proprio perché manca l'alta corte per la Regione Siciliana.
Qui ci vorrebbe un atto di rottura: che il Presidente promulghi la legge così com'è e ricusi la giurisprudenza della Corte Costituzionale non riconoscendone le sentenze.
Vediamo se lo Stato ha il coraggio di mandare le forze armate a destituire il governo regionale colpevole di voler difendere la Sicilia dalla rapacità italiana.
Almeno si giocherebbe a viso scoperto. E invece, questo governo senza palle che farà? Niente....Si piegherà.
Invece lei eventualmente che farà, scenderà in piazza e sparerà palle o qualcos'altro? Il Commissario dello Stato non ha fatto altro che impugnare un' imbroglioneria nascosta tra le righe di una norma che dovrebbe dettare principi di trasparenza, ma proprio l'imbroglioneria smascherata fa capire che cosa intendono per trasparenza questi signori, a cominciare dall'assessore Chinnici.
Ma il Commissario dello Stato è un legislatore?
Chi lo autorizza a fare valutazioni di opportunità sulla legislazione siciliana?
Deve limitarsi ad un controllo di legittimità costituzionale e invece....
è lo strumento della colonizzazione italiana in Sicilia.
Nella fattispecie ha ricevuto l'ordine di far privatizzare le autostrade siciliane per farci pagare il pedaggio a qualche riccone del nord che fa soldi con la complicità dello stato italiano.
E il bello è che tutto questo lo può fare proprio perché manca l'alta corte per la Regione Siciliana.
Qui ci vorrebbe un atto di rottura: che il Presidente promulghi la legge così com'è e ricusi la giurisprudenza della Corte Costituzionale non riconoscendone le sentenze.
Vediamo se lo Stato ha il coraggio di mandare le forze armate a destituire il governo regionale colpevole di voler difendere la Sicilia dalla rapacità italiana.
Almeno si giocherebbe a viso scoperto. E invece, questo governo senza palle che farà? Niente....Si piegherà.
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