Nel lontano 1912 in occasione di un convegno scientifico tenutosi a New York, il professore di Chimica presso l’Università di Bologna Giacomo Luigi Ciamician strabiliò i presenti con le sue teorie sullo sfruttamento della materia organica vegetale. A suo parere i giacimenti di carbon fossile non sarebbero stati inesasuribili e un giorno l’ energia solare avrebbe sostituito quelle allora conosciute e utilizzate.
E’sulla scia di questa profezia che opera al CNR di Palermo il Polo Fotovoltaico della Sicilia costituito nel 2008 e tuttora coordinato da Mario Pagliaro, uno dei ricercatori italiani piu’ conosciuti a livello internazionale nel campo della chimica e dell’energia solare.
Il Polo Solare della Sicilia ha ricevuto uno degli inediti Cerisdi Awards, consegnati lo scorso 2 dicembre in occasione della Giornata di Studio “ Innovation Makers Day” che ha premiato i talenti Siciliani.
“In collaborazione con i colleghi dell’Università di Laval del Quèbec – spiega Pagliaro- abbiamo messo a punto un nuovo processo per la produzione dello squalene, ingrediente utilizzato per la produzione di creme idratanti, olii per bambini e detergenti per il viso.”
“ Sino ad oggi – prosegue Pagliaro- lo squalene dal quale poi si ottiene lo squalano, è stato ricavato dal fegato degli squali provocandone la morte ogni anno di 3 milioni di unità. La nostra innovazione consiste nell’estrarre lo squalano dalla canna da zucchero attraverso un catalizzatore già in in uso in Canada che permette di produrre lo squalano a basso costo e in maniera ecosostenibile.”
Il team di ricercatori chimici siciliani con gli studiosi dell’Università di Fuzhou in Cina ha inoltre creato un nuovo metodo di produzione del DHA (componente chimico presente nei prodotti solari per la difesa dalle radiazioni) attraverso un processo fotochimico pulito e naturale che mette insieme l’acqua, la glicerina e le radiazioni solari utilizzando il catalizzatore SiliaSun.
“L’abbronzatura è sicuramente un’esigenza di molti – spiega Pagliaro – d’estate andiamo a prendere il sole. Ci dicono che fa male ma non è affatto vero perché senza radiazione ultravioletta non produciamo la vitamina D, un problema gravissimo che provoca danni ai bambini che vengono coperti troppo. Come fare? Troppe radiazioni Uva fanno male. Allora c’è un prodotto che si chiama DHA e alla cui formulazione si aggiunge un po’ di aloe, si spruzza e permette un’abbronzatura naturale al 100% perché questo DHA si ottiene attualmente per fermentazione, canna da zucchero. Complicato. E anche molto costoso. Noi abbiamo inventato con i chimici dell’Università di Fuzhou in Cina un processo semplicissimo in cui prendiamo della glicerina, la normale glicerina delle supposte, la mettiamo in acqua e gli spariamo un po’ di radiazione solare e con un catalizzatore questa si converte tutta in DHA. Una sostanza un po’ oleosa e un po’ scura che potete spruzzare sulla pelle e l’abbronzatura dura 8/9 giorni. E’ totalmente atossico, consigliato per i bambini.”
Le invenzioni non si fermano qui.
“Questo invece riguarda noi siciliani – riprende Pagliaro -. Ci sono oltre 700 mila tonnellate l’anno di pastazzo (il resto della spremitura delle arance), la Sicilia ne produce 400 mila di queste 700 mila tonnellate. I trasportatori, che salgono di notte sulla Valle del Bove sull’Etna, scaricano il pastazzo nel vuoto perché altrimenti devono pagare lo smaltimento. Ecco, quella è tutta cellulosa è cotone e le ragazze di Orange Fiber la processano e ne fanno le fibre. Ma c’è un’altra sostanza preziosissima che sta nella buccia delle arance al 4%, il limonene. E’ una sostanza straordinaria con una serie di benefici. E’ anche un pesticida formidabile, le arance ce l’hanno nella buccia per difendersi dai parassiti. Noi facciamo dei pesticidi naturali incapsulando il limonene. Si spruzza, è un potentissimo anti-tarme, anti-formiche, pensate ai giardini d’estate, è anche anti-zanzare. “
“Anche nel 2015 -ci ricorda il dottor Mario Pagliaro – si terrà a Santa Flavia SuNEC, la conferenza internazionale in tema di energia solare e tecnologie green, alla quale partecipano scienziati di tutto il mondo. Non saremo in seconda fila”.











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