Elezioni per province e aree metropolitane. Ma non in Sicilia

Elezioni per province e aree metropolitane. Ma non in Sicilia

Dal 28 settembre al 2 ottobre in tutta Italia si eleggeranno i presidenti ed i consigli provinciali. Con l’eccezione della Sicilia, naturalmente, che dopo essere partita in quarta, in gran spolvero, ed avere incassato gli applausi degli abolizionisti, è invece rimasta al palo, ed ora viene sorpassata.

Saranno urne diverse dal solito. Non voteranno, infatti, i cittadini aventi diritto al voto, ma i consiglieri comunali, petché sono elezioni di secondo grado. La prima volta, dunque, nella storia d’Italia. Una primogenitura cui la Sicilia avrebbe potuto aspirare, perché aveva anticipato il resto del Paese, in linea con lo Statuto speciale e con la legge che abolisce le province regionali, oggi commissariate.

La Sicilia, a differenza delle altre regioni d’Italia, avrebbe dovuto realizzare le norme “costituzionali”, contenute nello Statuto, che prevedono i consorzi dei comuni, e l’abolizione delle province (e delle prefetture). Se ciò non è accaduto, lo si deve al fato, innegabile, che l’Assemblea regionale siciliana non ha mai avuto una maggioranza favorevole al rispetto dello Statuto, e non ce l’ha ancora oggi, nonostante la legge che abolisce le province, le commissaria, e dovrebbe procedere alla nascita dei Consorzi di comuni. La contrapposizione fra “conservatori” e abolizionisti ha creato una condizione di stallo, che non permette di avvistare nulla di positivo.

C’è infatti da legiferare sulle funzioni, competenze e prerogative, il decentramento dei poteri, e la riforma amministrativa che ne consegue: un disegno riformatore che pretende stabilità e idee chiare (maggioranze, governi ed equilibri politici ), tutto il contrario di ciò che sta avvenendo in queste ore, segnate da un picco di conflittualità probabilmente senza precedenti.

Eppure, la Sicilia, in passato ha avuto in questa materia – riforma amministrativa – felici intuizioni, facendo da apripista al Paese, con la legge sull’elezione diretta dei sindaci e dei Presidenti delle province.

Le elezioni di secondo grado che si svolgeranno in tutta Italia (province ed aree metropolitane), costituiscono una interessante “prova” di democrazia indiretta, ed offrire perciò elementi di giudizio e riflessione anche ai legislatori siciliani, che proprio in autunno dovrebbero – come è stato annunciato – completare il “trittico” dei consorzi di comuni.

La mappa delle circoscrizioni, tuttavia, ha scontentato sia gli abolizionisti, che avrebbero voluto lasciare le cose come stanno, sia i riformatori, che avrebbero preteso una libera composizione dei consorzi. La scelta “ambigua” fa sì che entrambi i fronti vedano il bicchiere mezzo vuoto. I “conservatori” sostengono l’inutilità della riforma, al pari degli abolizionisti, che puntano il dito sulla sostanziale immodificabilità della delle circoscrizioni teritoriali.

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