Una previsione di disoccupazione giovanile che, per il 2014, sfiora il 60%. Oltre 200mila posti di lavoro persi dal 2006. Una stima di contrazione del Pil per il 2014 dell’1,3%. Sono questi i principali dati del 41° Report sull’economia siciliana elaborato dal Diste Consulting per la Fondazione Curella e presentati oggi a Palermo.
“Mentre il resto del territorio nazionale sembra intravedere dei barlumi di ripresa il Mezzogiorno ma soprattutto la Sicilia sono ancora nel pieno della crisi – ha detto il presidente della Fondazione Curella Pietro Busetta – Le nostre previsioni per il 2014 sono più pessismiste di quelle degli altri centri di ricerca siciliani ma in linea con i dati Svimez”. Secondo le previsioni del Diste, la diminuzione del Pil continuerà ancora nel ,3%) e nel ,8%), per un totale cumulato dal 2013 del -6,3%.
“Una situazione drammatica – sottolinea Busetta – per la quale ancora ci sono in atto politiche che possano far sperare che la situazione fra cinque anni possa essere diversa”. Il 2013 si è chiuso con un crollo dell’occupazione del 5,3% e “dal 2006 ad oggi si è registrata la perdita di oltre 182 mila posti di lavoro con una previsione di altri 30mila posti in meno per il 2014. Rispetto a cinque milioni di abitanti oggi la Sicilia ha un milione e 320mila occupati, siamo al minimo storico”. Le proiezioni Diste a fine 2014 preannunciano una perdita negli ultimi otto anni di 215mila posti di lavoro.
Nel 2007 in Sicilia, ricorda il Report, il tasso di disoccupazione era al 13%, nel 2013 è salito al 21% e la previsione per il 2014 è del 24,1%.
In dettaglio, il tasso di disoccupazione dei giovani da 15 a 24 anni è schizzato nel 2013 al 53,8% e avrebbe sfiorato, secondo stime Diste, il 60% nel corso del 2014, mentre quello dei giovani fra 25 e 34 anni è salito al 32,5%.
“In Sicilia avremo bisogno di due milioni e 300 mila occupati per avere un rapporto adeguato e consentire la non emigrazione. Oggi abbiamo solo un milione e 300mila occupati. Un milione di posti di lavoro non si creano in nessun modo – ha aggiunto Busetta – La Sicilia è destinata all’emigrazione”. Per quanto riguarda i settori, cresce il valore aggiunto dell’agricoltura “che però – sottolinea il presidente di Diste Alessandro La Monica – ha perso moltissimi occupati e la previsione per il 2014 è di altri 30mila posti di lavoro in meno”. In calo il manifatturiero, i servizi, l’industria, “ma il settore che perde di più registrando un crollo verticale – aggiunge La Monica – è quello delle costruzioni dove nel 2013 si registra un calo del 8,9%”. Non meno critica l’evoluzione dei consumi e degli investimenti. “Tra il 2008 e il 2013 – afferma il presidente del Diste – i consumi delle famiglie in Sicilia si sono contratti del 13% e gli investimenti fissi del 38%”. ”I nodi vengono al pettine – conclude Busetta – e la mancanza di una qualunque programmazione nazionale e regionale sta portando al disastro economico”.











L’analisi del report é spietata ma abbiamo bisogno di scossoni simili per svegliarci da questo lungo sonno e confrontarci con la realtà
Ripropongo il mio articolo del 20 giugno, in cui è sviluppata la proposta della mobilità internazionale assistita per i nostri giovani.
http://www.siciliainformazioni.com/102272/palermo-progetto-storia-infinita-delle-emergenze
Condivido le considerazioni finali del rapporto curato da Pietro Busetta e mi auguro che i dati puntuali riportati pongano fine all’insulsa retorica che vorrebbe convincere i nostri giovani a non andare via. Con il risultato di restare schiavi del precariato e delle promesse di certa politica volte ad assicurarsi, di mandato in mandato, l’inamovibilità Occorre piuttosto utilizzare le relazioni internazionali per favorire l’accoglienza dei nostri giovani – e meno giovani – in paesi in cui è ancora significativa la domanda di lavoro anche nei settori meno qualificati. Un “Erasmus” – non solo europeo – del lavoro si impone prima che anche una nuova generazione invecchi nella disperazione.