Con un po’ di ritardo rispetto alle varie università di Roma, Pisa, Milano e chi più ne ha più ne metta, si sveglia anche la facoltà di Architettura di Catania che, dislocata a Siracusa, diciamolo francamente, di catanese ha ben poco. Studenti più “piccoli”, ma, almeno in parte, con la voglia di esserci. I problemi, neanche a dirlo, sono quelli di sempre. In primis la privatizzazione dell’università, passata da astrazione a rischio concreto addirittura con la possibile “confisca” degli atenei da parte di Confindustria. Poi, ovviamente, ci sono i consueti tagli ai danni di tutto e tutti. Basti pensare che a problemi cui si era già abituati, vedi il continuo aumento delle tasse universitarie, tanto per far un esempio, si aggiungono le possibilità di perdere borse di studio, eventuali Erasmus e addirittura la mensa o la biblioteca. Senza tergiversare oltre, la sensazione in quel di Ortigia, inutile nasconderlo, è quella di essere abbandonati a se stessi. Emblematico in tal senso lo striscione esposto all’interno del cortile che ieri mattina recitava: “Siamo in mezzo alla strada”. Come dar torto agli autori?
In certi casi, poi, la spinta proviene addirittura dai professori, coinvolti anche loro in questa situazione. “Non siamo quattro gatti, è sbagliato farsi indispettire non importa l’età, bisogna mobilitarsi per la cultura”, ha detto un docente all’assemblea, tenutasi in mattinata, cui hanno partecipato alcune centinaia di studenti.
Fuori dai “colori”, dunque, senza che sia destra o sinistra, il pensiero comune è quello di essere tutti uniti, di remare tutti nella stessa direzione per evitare di giungere ad un punto dal quale non si possa più tornare indietro. Certo, indubbiamente, per giungere a dei risultati tangibili, occorrerà un certo tipo di organizzazione ed è proprio questo che si è cercato di fare ieri, organizzarsi.
Allargando l’angolo visivo, estendendolo cioè all’intero Stivale, fanno discutere le parole pronunciate da Emilio Fede nel corso dell’edizione serale del TG4 del 24 novembre, quando esponeva la sua personale opinione sugli studenti che manifestavano a Roma: “Un popolo civile, quale noi siamo, dovrebbe intervenire e menarli, perché questi capiscono solo di essere menati… questa è gentaglia”. Decisamente più appropriata, invece, è parsa la citazione, firmata Pasolini, proposta sulla prima pagina dell’edizione di ieri de “L’Unità”: “La resistenza e il Movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratico-rivoluzionarie del popolo italiano”.